Il dipinto American Landscape rappresenta una delle opere più emblematiche della produzione artistica del noto fotografo e pittore americano Charles Sheeler. Ospitata al MoMA di New York, è un’opera che negli anni ha riscosso l’interesse di studiosi e di appassionati di arte.

Abbiamo scelto di analizzare quest’opera nella nostra rubrica Arte e Lavoro per la sua capacità di far luce su alcuni aspetti del lavoro in fabbrica e dei rischi psicologici e sociali che spesso vengono trascurati. 

American Landscape - Charles Sheeler

Titolo dell’opera: American Landscape
Autore: Charles Sheeler
Data di realizzazione: 1930
Dimensioni: 61 x 78,8 cm
Tecnica: olio su tela
Collocazione: MoMA, donazione di Abby Aldrich Rockefeller

Analisi American Landscape di Charles Sheeler: descrizione dell’opera

L’opera American Landscape è stata realizzata dal pittore e fotografo americano Charles Sheeler (1883 -1965) con la tecnica dell’olio su tela ed è attualmente ospitata al MoMA di New York.

Nel 1927 la casa automobilistica Ford commissionò a Sheeler le fotografie del nuovo stabilimento industriale a Detroit. L’azienda investì su questo progetto per mostrare al mondo la sua superiorità e la capacità di essere all’avanguardia. Lo stabilimento di River Rouge poteva essere infatti considerato un gioiello ingegneristico.

Tutto era stato progettato e realizzato puntando all’efficienza meccanica. Nello stabilimento a sud-ovest di Detroit la Ford poteva contare su chilometri di canali, binari e nastri trasportatori che mettevano in collegamento i diversi reparti di produzione, come le acciaierie, gli altiforni e le vetrerie.

Il nuovo stabilimento della casa automobilistica ruotava attorno alla catena di montaggio, necessaria per raggiungere la produzione di massa, espressione che tra l’altro venne proposta per la prima volta proprio da Henry Ford.

Dalle fotografie dello stabilimento all’opera American Landscape

Fu proprio ad una delle foto dello stabilimento di River Rouge scattate durante le sei settimane del progetto che Sheeler si ispirò per la realizzazione del dipinto American Landscape.

Nella realizzazione dell’opera con la tecnica dell’olio su tela, Sheeler si concentrò nello stendere i colori in maniera uniforme, per eliminare i segni delle pennellate con l’obiettivo di rimuovere la presenza dell’artista e più in generale dell’uomo. Analizzando attentamente il dipinto si può individuare solo una piccola figura umana senza volto, unica traccia dell’uomo nell’opera e anch’essa immobile come tutti gli altri elementi dell’opera. 

Il paesaggio americano dipinto da Sheeler, a differenza di quanto lo spettatore potrebbe aspettarsi, non è più dominato da elementi naturali. A dominare nel nuovo paesaggio americano sono gli edifici industriali, i silos di cemento, i binari ferroviari, le materie prime e le ciminiere. Gli unici elementi naturali presenti sono il cielo e l’acqua, ma anche su questi l’uomo ha lasciato la sua impronta: nel cielo si diffonde il fumo proveniente dalla ciminiera e l’acqua non può sgorgare libera, ma è costretta a percorrere il canale realizzato dall’uomo.

Sheeler fu uno degli esponenti del precisionismo, movimento artistico che nacque negli Stati Uniti al termine della prima guerra mondiale. I precisionisti in realtà non si riunirono mai formalmente in un gruppo, ma le loro opere possono essere associate per caratteristiche stilistiche comune, quali ad esempio le linee ben definite, la scelta di impiegare prevalentemente colori chiari, l’utilizzo di forme geometriche definite e la quasi totale assenza dell’uomo nella maggior parte delle opere.

Simbolo del potere industriale o critica all’industrializzazione?

Il dipinto American Landscape analizzato al giorno d’oggi può rappresentare il predominio dell’industrializzazione sulla natura. Probabilmente non era questo il significato trasmesso ai contemporanei di Sheeler, per i quali l’opera poteva rappresentare invece l’inno all’industrializzazione e l’affermarsi dell’America nei diversi settori produttivi.

Dopo le sei settimane di permanenza a River Rouge per le fotografie dell’impianto industriale, Sheeler dichiarò che le fabbriche erano divenute ormai “sostituti dell’espressione religiosa”. Il silenzio e la quiete che si apprezzano osservando l’opera sono stati caratteristici nella storia dell’arte di opere raffiguranti luoghi di culto o paesaggi in cui la natura rappresentava (o poteva comunque rappresentare) l’elemento religioso. 

Nel nuovo paesaggio americano non è più la natura a dominare e non vi è alcun riferimento alla religione. L’industria e la produzione di massa diventano i temi centrali dell’immaginario collettivo, entrambe necessarie per poter esaudire il desiderio di Ford di realizzare prodotti della massima qualità possibile al minor prezzo possibile.

Produzione di massa e alienazione del lavoro

L’opera American Landscape si presta a più letture. L’assenza dell’uomo e la scelta di non introdurre diretti riferimenti ai ritmi del lavoro in fabbrica e allo stress lavorativo che poteva derivare dall’essere assegnati alla catena di montaggio fanno sì che alla prima analisi lo spettatore si concentri sulla maestosità dell’impianto industriale e sul progresso tecnologico della Ford, che diventa qui la rappresentante dell’industrializzazione americana.

Un’analisi ulteriore consente di approfondire la tematica dell’industrializzazione, riflettendo sull’impatto dell’industria sulla natura e sulle nuove condizioni di lavoro che la produzione di massa ha portato con sé. L’attività alla catena di montaggio è stata spersonalizzata, il lavoro ha smesso di appartenere all’operaio e ciò ha contribuito a renderlo alienato

L’alienazione è ciò che provano ancora oggi milioni di persone in tutto il mondo, che si sentono demotivati a lavoro e che continuano a svolgere la loro attività solo per ricevere lo stipendio mensile, ma senza individuare più alcuno scopo in quello che fanno.

Bisogna tornare ad affermare la centralità del lavoratore, esaltare le sue doti e apprezzare il lavoro che compie. Abbattere i costi degli oggetti con la produzione di massa li ha resi accessibili a una più vasta platea, ma qual è il prezzo che stiamo davvero pagando?