Il datore di lavoro ha il dovere di valutare tutti i possibili rischi lavorativi, tra cui rientrano anche i rischi trasversali sul lavoro. Questo è quanto stabilito dal D. Lgs. 81/08, che impone alle aziende di inserire nel documento di valutazione dei rischi (DVR) anche i rischi trasversali, oltre ai rischi per la sicurezza e ai rischi per la salute.

Nella classificazione del rischio aziendale i rischi trasversali hanno al giorno d’oggi un ruolo centrale. A questa categoria di rischi professionali si sta dedicando sempre maggior attenzione, perché si ha consapevolezza dell’impatto che possono avere sulla qualità del lavoro e sulla salute dei lavoratori.

Cosa sono i rischi trasversali sul lavoro

I rischi trasversali sul lavoro sono i rischi correlati alle dinamiche aziendali. Non si tratta dunque di rischi connessi all’esposizione a sostanze nocive o all’utilizzo di particolari strumenti, bensì di rischi organizzativi.

Una corretta prevenzione dei rischi sul lavoro impone che venga presa in esame anche questa categoria di rischi. Di seguito sono riportati alcuni esempi che possono aiutare a inquadrare con più chiarezza i rischi organizzativi e a comprendere come essi siano presenti in tutte le tipologie di aziende.

Esempi di rischi trasversali

Per fare degli esempi di rischi trasversali sul lavoro è utile proporre una loro classificazione in categorie. Per ciascuna categoria verrà proposta una breve descrizione, seguita da alcuni esempi.

Organizzazione del lavoro

La prima categoria di rischi trasversali è quella che riguarda l’organizzazione del lavoro. La mansione svolta può richiedere al lavoratore di svolgere turnazioni gravose, oppure di prendersi carico di oneri aggiuntivi. Alcuni esempi di rischi organizzativi che rientrano in questa categoria sono i seguenti:

  • Lavoro notturno;
  • Lavoro a turni;
  • Oneri aggiuntivi, ad esempio responsabilità nella pianificazione di attività di sicurezza sul lavoro.

Fattori ergonomici

Un’altra categoria di rischi trasversali è quella che include i fattori ergonomici dell’attività lavorativa. In alcuni contesti può accadere che l’ambiente di lavoro non sia ottimale e/o che l’utilizzo della strumentazione abbia delle difficoltà. Alcuni esempi di rischi trasversali ergonomici sono i seguenti:

  • Non corretta formazione sull’utilizzo degli strumenti professionali;
  • Non sufficiente sicurezza nell’utilizzo degli strumenti professionali;
  • Strumenti professionali complessi da utilizzare;
  • Mancanza di istruzioni per l’utilizzo degli strumenti professionali.

Per intervenire sui fattori ergonomici si può investire sia sul miglioramento degli strumenti professionali, sia sulla formazione dei lavoratori. Alcuni percorsi di formazione non rientrano tra i corsi obbligatori di sicurezza sul lavoro, ma possono comunque rappresentare un investimento profittevole per le aziende. 

Fattori psicologici

Tra i rischi trasversali sul luogo di lavoro bisogna includere anche i fattori psicologici. Gli esempi in questa categoria potrebbero essere molteplici, ne riportiamo alcuni tra i più significativi:

  • Isolamento correlato al tipo di attività lavorativa;
  • Eccessiva responsabilità o mancanza di responsabilità;
  • Relazioni difficili con i colleghi e/o con i superiori;
  • Attività lavorativa alienante.

Si è già discusso in un precedente approfondimento dello stress lavoro correlato. La valutazione dello stress dovrebbe essere effettuata in tutti i contesti lavorativi, dal momento che lo stress è un rischio trasversale che può riguardare qualsiasi tipo di azienda.

Condizioni lavorative

L’ultima categoria include le condizioni lavorative. Vi sono dei contesti in cui l’attività professionale si svolge in condizioni difficili e queste possono influire negativamente sul benessere dei lavoratori e portare a un aumento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. Di seguito sono elencati alcuni esempi di condizioni lavorative difficili:

  • Esposizione a microclima avverso;
  • Attività lavorativa svolta in ambienti confinati;
  • Attività lavorativa svolta con gli animali;
  • Attività lavorativa svolta in acqua.

Per alcune di queste condizioni lavorative sono previsti dei corsi di formazione. L’attività in ambienti confinati richiede ad esempio che il datore di lavoro offra ai dipendenti il corso spazi confinati. Anche per l’esposizione a condizioni microclimatiche avverse si può investire nella formazione con il corso microclima. 

Come gestire i rischi trasversali

Al datore di lavoro viene richiesto dalla normativa di valutare e gestire i rischi trasversali. Il primo passo consiste nel riconoscimento dei rischi, motivo per cui è fondamentale avere ben chiara la classificazione dei rischi organizzativi e la loro suddivisione in categorie.

Dopo un primo inquadramento dei rischi che si possono riscontrare in ambito lavorativo, è necessario procedere con un’analisi più dettagliata. Per ciascun rischio trasversale individuato bisogna definire delle strategie di intervento, volte a eliminare del tutto il rischio o a mitigarlo.

Gli approcci da adottare variano a seconda dei rischi trasversali sul lavoro individuati, della tipologia di attività produttiva e delle dimensioni dell’azienda. Le strategie possono includere ad esempio miglioramenti tecnici degli strumenti professionali, corsi di formazione e informazione specifici, modifiche strutturali e organizzative degli ambienti di lavoro e riorganizzazione dei gruppi di lavoro per ottimizzare le dinamiche interpersonali.

Rischi trasversali nel DVR

Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) fa parte della documentazione obbligatoria che il D. Lgs. 81/2008 impone a tutte le aziende. L’obbligo di redigere il DVR è del datore di lavoro, che può però avvalersi di figure professionali specializzate – tra cui anche quella del medico competente – per svolgere questo compito.

Il contenuto del DVR varia per ogni azienda, la normativa richiede però che in tutti i documenti siano presenti alcune informazioni obbligatorie:

  • Dati anagrafici che identificano l’azienda;
  • Organigramma per descrivere in modo dettagliato il servizio di prevenzione e protezione dell’impresa;
  • Descrizione precisa dei vari cicli lavorativi;
  • Elenco delle mansioni previste all’interno dell’azienda;
  • Elenco e descrizione dei rischi professionali a cui potrebbero essere esposti i lavoratori;
  • Descrizione delle misure di prevenzione e protezione messe in atto;
  • Descrizione degli interventi migliorativi da attuare per migliorare la qualità del lavoro e per ottimizzare prevenzione e protezione della salute dei lavoratori.

Nell’elenco e descrizione dei rischi professionali rientrano anche i rischi trasversali sul lavoro. Questi devono essere identificati, inseriti all’interno del DVR e descritti in dettaglio. Il DVR deve anche esplicitare le misure di prevenzione e protezione e gli interventi migliorativi che sono stati previsti per tali rischi.

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