La normativa vigente impone al datore di lavoro di investire tempo e risorse per la prevenzione dei rischi sul lavoro. La protezione dei dipendenti e la tutela della loro salute sono obiettivi che tutti i datori di lavoro dovrebbero perseguire. Attraverso una corretta valutazione dei rischi, un appropriato utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e un’adeguata formazione dei lavoratori è possibile migliorare la qualità degli ambienti di lavoro e al contempo renderli più sicuri.

Cos’è la prevenzione dei rischi sul lavoro

Con l’espressione prevenzione dei rischi sul lavoro si fa riferimento all’insieme delle misure e disposizioni che vengono messe in atto allo scopo di ridurre o eliminare i rischi professionali. Per raggiungere l’obiettivo della tutela della salute psicofisica dei professionisti e per migliorare la qualità del lavoro sono richieste valutazioni specifiche degli ambienti in cui si svolge l’attività professionale, delle mansioni svolte e delle caratteristiche dei lavoratori.

Valutazione dei rischi: ordinari, specifici, da interferenza

Tra gli obblighi del datore di lavoro vi è la valutazione dei rischi. La normativa in vigore stabilisce infatti che il datore di lavoro è tenuto a effettuare una valutazione dei rischi professionali in forma scritta, redigendo il cosiddetto Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).

Un’approfondita valutazione dei rischi presenti negli ambienti di lavoro e correlati alle diverse mansioni è necessaria per stabilire i dispositivi di protezione individuale da impiegare e le procedure di protezione e prevenzione da mettere in atto. La valutazione dei rischi è indispensabile anche per stabilire la classificazione del rischio aziendale e per scegliere la strategia di gestione dello stesso.

Al fine di rendere più semplice valutare i rischi presenti nel contesto lavorativo e di snellire sia la fase di valutazione che la successiva fase di controllo ed eventuale revisione, i rischi professionali sono stati suddivisi in tre categorie: rischi ordinari, rischi specifici e rischi da interferenza.

Rischi ordinari

Nella categoria dei rischi ordinari rientrano tutti quei rischi professionali che sono caratteristici di un’area professionale. Essi possono essere correlati all’ambiente di lavoro o alla mansione. A titolo d’esempio si può citare il rischio da movimentazione manuale dei carichi a cui sono esposti i lavoratori in campo edile.

Rischi specifici

Nella categoria dei rischi specifici rientrano tutti quei rischi professionali che sono legati specificamente al contesto in cui l’attività lavorativa viene svolta. Per riprendere l’esempio dei lavoratori in campo edile, essi possono essere esposti a rischi specifici correlati all’impiego di particolari sostanze chimiche o di particolari macchinari, che non necessariamente sono utilizzati da tutti i professionisti in campo edile.

Rischi da interferenza

Nella categoria dei rischi da interferenza rientrano tutti quei rischi professionali che possono presentarsi nel momento in cui vi è lo svolgimento di diverse attività nel medesimo contesto. Tornando ancora una volta ai lavoratori in campo edile, essi ad esempio potrebbero essere esposti a rischi da interferenza se dovessero svolgere attività in strutture sanitarie in cui è presente il rischio biologico. 

Quando va effettuata la valutazione dei rischi professionali?

Per capire quando va effettuata la valutazione dei rischi professionali è necessario fare riferimento alla normativa italiana. Nel caso di creazione di nuova impresa, la normativa stabilisce che il datore di lavoro è tenuto a effettuare immediatamente la valutazione dei rischi lavorativi. Allo stesso datore di lavoro sono concessi però 90 giorni per la stesura del DVR e non è richiesto che questo documento sia già stato redatto alla data d’inizio dell’attività.

La valutazione dei rischi è obbligatoria non solo alla costituzione di una nuova impresa, ma anche nel caso di riorganizzazione della linea produttiva, presenza di nuove mansioni lavorative o sostanziali cambiamenti nell’organizzazione del lavoro. In tutti questi casi potrebbe presentarsi infatti una variazione dei rischi professionali, motivo per cui viene richiesta al datore di lavoro una nuova valutazione dei rischi.

Una nuova valutazione può essere effettuata anche in caso di infortuni professionali e nell’eventualità in cui siano gli esiti della sorveglianza sanitaria a evidenziare la necessità di un’ulteriore valutazione per la prevenzione dei rischi sul lavoro. Ciò dimostra l’importanza della sorveglianza periodica per la tutela della salute dei lavoratori e per gli interessi umani, legali ed economici dei datori di lavoro.

Dispositivi di protezione collettiva e individuale

La valutazione dei rischi professionali e la stesura del DVR sono passaggi fondamentali per individuare le misure di protezione e di prevenzione da mettere in atto nei luoghi di lavoro. Tra queste rientrano anche i dispositivi di protezione collettiva e individuale, grazie ai quali si ha la possibilità di ridurre il rischio a cui sono esposti i professionisti.

Il datore di lavoro dovrebbe adottare come prima forma di tutela della salute dei suoi dipendenti i dispositivi di protezione collettiva. Si tratta di strumenti che agiscono direttamente sulla fonte del rischio e che dunque riducono in maniera significativa lo stesso a beneficio di tutti i lavoratori. Si pensi ad esempio a un ambiente di lavoro caratterizzato da elevati livelli di rumore. In questo caso il datore di lavoro dovrebbe effettuare un’attenta valutazione del rischio rumore, individuare le principali fonti di rumore e andare ad agire su di esse.

In alcuni casi non è possibile utilizzare dei dispositivi di protezione collettiva, o comunque il loro impiego non è sufficiente per portare il rischio professionale al di sotto del livello desiderato. Tornano utili in questo contesto i dispositivi di protezione individuale, i quali saranno sfruttati dai singoli lavoratori per ridurre i rischi a cui sono esposti e per tutelare la loro salute durante lo svolgimento dell’attività professionale. Tornando all’esempio dell’ambiente rumoroso, in alcuni casi le misure di protezione collettiva non sono sufficienti per ridurre il livello di rumore fino all’obiettivo desiderato e devono quindi essere affiancate dall’utilizzo di dispositivi di protezione per l’udito.

I dispositivi di protezione individuali scelti per proteggere la salute dei lavoratori e per tutelarli dai rischi professionali devono rispettare alcune caratteristiche:

  • Devono essere adeguati ai rischi professionali da prevenire e non devono portare a un incremento del rischio;
  • Devono prendere in considerazione le esigenze ergonomiche e le esigenze di salute dei professionisti;
  • Devono rispettare gli standard qualitativi previsti dalla normativa vigente;
  • Devono essere adeguati alle condizioni di lavoro;
  • Devono essere adattabili al singolo lavoratore in base alle esigenze specifiche.

Formazione dei lavoratori

La prevenzione dei rischi sul lavoro non può essere attuata senza dedicare tempo e impegno ad addestrare e a formare i professionisti. La formazione dei lavoratori è un elemento cardine del processo di prevenzione sul lavoro e tutte le imprese dovrebbero dare alla formazione il peso che merita. Per una formazione appropriata è necessario innanzitutto che i lavoratori:

  • Siano informati dei rischi ordinari, specifici e da interferenza;
  • Siano informati e addestrati riguardo le procedure di primo soccorso, le manovre di evacuazione degli ambienti di lavoro e le procedure antincendio;
  • Conoscano i nomi dei colleghi incaricati alla messa in atto delle procedure antincendio e di primo soccorso;
  • Conoscano i nomi del medico competente, dell’RSPP e di coloro che fanno parte del Servizio di Prevenzione e Protezione.

La formazione da garantire ai dipendenti varia a seconda del settore professionale in cui prestano servizio e della mansione svolta, alla quale possono essere associati dei rischi specifici che necessitano di formazione/addestramento ad hoc. Per ulteriori informazioni si rimanda all’approfondimento dedicato alla formazione dei lavoratori sulla sicurezza.

L’importanza della collaborazione dei lavoratori

La scelta dei DPI più appropriati sulla base della tipologia di rischio, della mansione dei professionisti, dell’ambiente di lavoro e delle esigenze ergonomiche e di salute dei lavoratori non è però sufficiente. E’ necessario infatti l’impegno da parte dei dipendenti affinché i DPI possano essere davvero efficaci. Ai lavoratori viene richiesto di:

  • Utilizzare correttamente i DPI rispettando quanto spiegato durante la fase di formazione;
  • Non effettuare modifiche ai dispositivi di protezione individuale;
  • Impiegare con cura i DPI per evitare danneggiamenti e deterioramento precoce;
  • Segnalare in maniera tempestiva al datore di lavoro ogni eventuale malfunzionamento o guasto.

E’ bene ricordare in questo contesto che ai lavoratori viene anche richiesto di contribuire attivamente alla sicurezza sul lavoro. I dipendenti sono tenuti dunque a rispettare tutte le indicazioni relative ai DPI, ma anche a seguire i corsi di formazione e a sottoporsi alla visite mediche periodiche di sorveglianza sanitaria.

Ulteriori strumenti di prevenzione dei rischi lavorativi

Vi sono degli ulteriori strumenti di prevenzione dei rischi lavorativi che possono essere sfruttati per la tutela dei professionisti. I dispositivi di protezione collettiva e individuale e la formazione dei lavoratori rappresentano gli elementi principali su cui investire, ma per un approccio a trecentosessanta gradi è conveniente conoscere anche gli altri strumenti di prevenzione:

  • Rivalutazione dei rischi professionali quando necessaria per rispettare la conformità ai nuovi standard di sicurezza;
  • Regolare manutenzione delle apparecchiature e degli ambienti di lavoro;
  • Impiego della cartellonistica per segnalare ai dipendenti rischi e pericoli;
  • Definizione di misure di primo soccorso da mettere in atto prontamente in caso di necessità.

Migliorare la prevenzione dei rischi sul lavoro

La Commissione Europea si è espressa sul tema della sicurezza negli ambienti di lavoro e delle mansioni professionali, indicando delle strade da percorrere per migliorare la prevenzione dei rischi sul lavoro. Nello specifico gli esperti della Commissione dell’Unione Europea hanno individuato tre obiettivi da perseguire per migliorare la sicurezza sul lavoro:

  1. Anticipare i cambiamenti del mondo del lavoro e studiare strategie per gestire il cambiamento e adattarsi;
  2. Investire sulla prevenzione delle malattie professionali e degli infortuni sul lavoro;
  3. Individuare strategie da mettere in atto in caso di nuove emergenze sanitarie.

Per quanto concerne la prevenzione di malattie e infortuni professionali, l’Unione Europea ha stabilito la necessità di seguire l’approccio zero vittime, secondo il quale l’obiettivo da perseguire sarebbe l’azzeramento delle morti sul lavoro. Al fine di poter raggiungere davvero questo obiettivo è necessario:

  • Rendere più approfondite le indagini riguardanti gli infortuni sul lavoro e i decessi per causa professionale;
  • Mettere in atto delle strategie di gestione e di eliminazione delle cause di infortuni, malattie e decessi sul lavoro;
  • Investire ulteriormente sulla sensibilizzazione dei professionisti e sulla loro formazione;
  • Rafforzare l’applicazione delle norme in vigore e adattarsi rapidamente alle eventuali nuove norme o modifiche a quelle già esistenti.

Sicurezza sul lavoro e neuroscienze

L’esperienza e la letteratura scientifica hanno dimostrato che spesso il fattore umano rappresenta il punto debole dei vari sistema di prevenzione e sicurezza. Procedure di sicurezza che sulla carta potrebbero apparire perfette e sistemi di prevenzione che sembrerebbero essere stati progettati prendendo in esame tutte le possibili variabili falliscono talvolta a causa del fattore umano.

Spesso si dimentica che il processo decisionale degli esseri umani non è caratterizzato esclusivamente da un’analisi razionale dei fattori in gioco. Sebbene la presunzione ci porti a pensare che il nostro modo di ragionare e di decidere preveda un calcolo razionale e preciso dei vari elementi, la realtà dei fatti è che le emozioni assumono un ruolo importante

Studiare la relazione tra sicurezza sul lavoro e neuroscienze si rende quindi necessario per provare a definire e a insegnare ai professionisti delle strategie decisionali che non siano eccessivamente influenzate dal fattore emotivo e da bias cognitivi. Le emozioni cui sono soggetti tutti i lavoratori possono alterare la percezione del rischio. Una valutazione alterata può portare a prendere delle decisioni sbagliate e a mettere in atto dei comportamenti dannosi per la salute personale e dei colleghi.

L’Inail ha indagato il settore delle neuroscienze e ha proposto un progetto di formazione dal titolo La neurobiologia al servizio della sicurezza. Durante questo percorso di formazione sono state proposte delle strategie di decision-making in grado di prendere in considerazione anche il fattore emotivo e di guidare i professionisti alla scelta più appropriata, al fine di aumentare il livello di sicurezza e di ottimizzare la prevenzione dei rischi sul lavoro.