L’esposizione alle radiazioni solari riguarda tutti i lavoratori che svolgono attività all’aperto. Questo argomento è di interesse per i lavoratori che desiderano approfondire le possibili conseguenze per la salute e per i datori di lavoro che devono invece conoscere le misure di prevenzione e la normativa.

La comunità scientifica si sta interessando sempre di più al tema delle radiazioni solari e all’impatto che esse possono avere sui lavoratori che ne sono esposti. Il 28 agosto 2021 sul Portale degli Agenti Fisici sono state pubblicate delle nuove indicazioni operative per l’applicazione del Titolo VIII Agenti Fisici del D.Lgs. 81/08. Con questo aggiornamento sono state introdotte delle indicazioni specifiche per la prevenzione dei rischi da esposizione alle radiazioni solari.

Esposizione alle radiazioni solari

Cos’è il rischio radiazioni solari?

Il rischio radiazioni solari si presenta nei processi lavorativi che si svolgono all’aperto e in quei lavoratori che esercitano la loro attività all’aperto. L’esposizione alle radiazioni del sole è un rischio che il datore di lavoro deve valutare. In questo modo si potranno stabilire delle misure di prevenzione e protezione dalle radiazioni solari, col fine ultimo di tutelare la salute dei lavoratori.

Per effettuare la valutazione del rischio è necessario il rispetto delle linee guida, delle norme tecniche e delle buone prassi disponibili. Il rischio radiazioni solari quando presente dovrà essere inserito nel DVR. Il Documento di Valutazione dei Rischi dovrà indicare in tal caso anche le misure di prevenzione e protezione ritenute idonee per tutelare i dipendenti. 

Valutazione rischio radiazioni solari: i fattori da esaminare

Nell’effettuare la valutazione di questo rischio è necessario prendere in esame alcune categorie di fattori:

  • Fattori ambientali: bisogna esaminare le caratteristiche del luogo di lavoro e le condizioni ambientali;
  • Fattori soggettivi: ciascun lavoratore può rispondere in maniera differente alle radiazioni del sole, si pensi ad esempio all’impatto del fototipo;
  • Fattori organizzativi: per la valutazione del rischio si devono considerare elementi come turnazioni, orari di lavoro e stagionalità;
  • Fattori attività-correlati: alcune mansioni espongono il lavoratore anche ad altri rischi, i quali possono renderlo più sensibile alle radiazioni solari. Tipici esempi sono l’esposizione a sostanze fotoallergizzanti o a sostanze fototossiche. 

Principali attività soggette a esposizione alle radiazioni solari

Potenzialmente tutti i lavoratori che svolgono attività professionale all’aperto sono soggetti al rischio da esposizione alle radiazioni solari. Di seguito sono riportati i principali settori in cui questo rischio merita di essere approfondito:

  • Settore forestale e agricolo;
  • Miniere e cave a cielo aperto;
  • Logistica;
  • Cantieri;
  • Attività aeroportuali e portuali;
  • Settore ittico;
  • Settore Oil&Gas.

Sebbene questi siano i settori con più frequente esposizione alle radiazioni del sole, il rischio deve essere preso in esame anche per quei lavoratori che svolgono solo parte della loro attività all’aperto. Si pensi ad esempio alle forze dell’ordine, agli addetti alla movimentazione macchine, ai professionisti della raccolta rifiuti o agli addetti al rifornimento carburante.

Rischi esposizione alle radiazioni solari

L’esposizione alle radiazioni solari comporta due categorie di rischi per i lavoratori, ovvero i rischi per la salute e il rischio di infortunio sul lavoro. Si ricorda che le radiazioni solari rientrano attualmente nel gruppo 1 della classificazione IARC, soprattutto per quanto concerne la componente UV-A e UV-B.

Rischi per la salute

Le radiazioni solari comportano diversi rischi per la salute e possono avere effetti dannosi sia nel breve che nel lungo termine. Gli organi maggiormente colpiti sono la cute e gli occhi, che possono essere interessati ad esempio da dermatiti foto allergiche da contatto, fotoinvecchiamento, melanomi, immunosoppressione locale, eritemi, fotocongiuntiviti, maculopatie, fotocheratiti. Alcune di queste condizioni hanno carattere di reversibilità, altre invece determinano danni irreversibili.

Rischio di infortunio sul lavoro

Lo svolgimento dell’attività lavorativa in condizioni ambientali caratterizzate da un elevato livello di radiazioni solari può portare a un aumento del rischio infortunistico. Gli infortuni sul lavoro possono essere causati dall’esposizione diretta alla luce del sole o da un effetto indiretto generato dall’impatto dei raggi solari su superfici riflettenti. In entrambi i casi si può avere un abbagliamento legato all’esposizione o una difficoltà di adattamento della vista

Normativa esposizione a radiazioni solari: valutazione, sorveglianza, formazione

Per la normativa esposizione a radiazioni solari bisogna fare riferimento agli aggiornamenti pubblicati sul sito Portale degli Agenti Fisici e al Titolo VIII Agenti Fisici del D.Lgs. 81/08. Vengono stabilite delle precise scadenze per la valutazione del rischio, per l’attività di sorveglianza sanitaria e per la formazione dei lavoratori.

La valutazione del rischio da radiazione solare deve essere effettuata ogni quattro anni. L’articolo 29 del D.Lgs. 81/08 individua i casi in cui la valutazione di questo rischio specifico deve essere effettuata con più alta frequenza.

Per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a questo rischio è prevista una periodicità biennale. Il medico competente, sulla base della valutazione del caso specifico del singolo paziente, può comunque stabilire di ridurre l’intervallo tra una visita e la successiva. E’ necessario effettuare anche una visita medica preventiva prima dell’inizio dell’attività lavorativa con esposizione a radiazioni solari.

Per l’attività di formazione dei lavoratori è prevista infine una periodicità quinquennale. Non è necessario organizzare degli incontri dedicati esclusivamente al rischio radiazioni solari, l’argomento può essere trattato anche in occasione di altri corsi per la formazione dei lavoratori sulla sicurezza.

UV index per la valutazione del rischio UV solare

Si è già detto che la valutazione di questo rischio specifico deve essere effettuata ogni quattro anni, o con frequenza maggiore nei casi previsti dalla normativa. Vediamo ora come eseguire in pratica questa valutazione servendosi dell’UV index.

L’indice UV è un indice che ci dà la possibilità di quantificare l’intensità massima giornaliera generata dai raggi solari e che è in grado di raggiungere il suolo. Per il calcolo di questo indice sono previsti dei fattori correttivi, il cui scopo è rendere il valore finale il più vicino possibile alla reale intensità delle radiazioni solari.

Grazie agli strumenti disponibili online calcolare l’UV index è diventato molto semplice. Basta utilizzare lo strumento di calcolo del Portale Agenti Fisici o l’applicazione Sole Sicuro per ottenere in pochi minuti il valore dell’indice, che può andare da un minimo di 1 a un massimo di 11. Lo strumento consente di differenziare tra il rischio cutaneo e il rischio oculare per una valutazione più completa.

Segnalando la stagione, la copertura nuvolosa, la durata di esposizione, la riflettanza del suolo, il vestiario utilizzato e la presenza/assenza di zone d’ombra si ottiene il punteggio finale dell’indice con le indicazioni su cosa effettuare:

  • UV index < 1: non necessarie misure di protezione ulteriore della pelle;
  • UV index tra 1 e 3: necessario indossare cappello a falde e t-shirt;
  • UV index tra 3 e 5: necessario indossare cappello a falde e maglietta a maniche lunghe, eventualmente utilizzare creme solari su indicazione del medico competente;
  • UV index > 5: necessario seguire le indicazioni del livello precedente e in aggiunta intervenire sull’organizzazione del lavoro e sull’ambiente lavorativo.

Misure di prevenzione del rischio radiazioni solari

E’ possibile stabilire delle misure di prevenzione del rischio radiazioni solari, che devono essere messe in atto durante tutti i mesi dell’anno in caso di riscontro positivo alla valutazione di questo rischio specifico, a maggior ragione se l’UV index risulta superiore a 2. 

Queste misure rientrano nella più ampia categoria della prevenzione dei rischi sul lavoro, indispensabile per tutelare il benessere psicofisico dei lavoratori. Vediamo in dettaglio alcune strategie che possono essere adottate:

  • Ridurre il tempo di svolgimento della mansione all’aperto nelle ore centrali della giornata;
  • Prevedere durante il turno lavorativo delle pause da trascorrere in aree ombreggiate;
  • Creare delle zone d’ombra che possano essere sfruttate dai lavoratori;
  • Stabilire delle rotazioni nel gruppo di lavoratori, in modo da ridurre l’esposizione del singolo alle radiazioni solari.